by Carolina

Incontrare altre persone con il diabete è solo piacevole…

Sicuramente incontrarsi insieme ad altre persone con il diabete è piacevole e utile. La mia esperienza professionale nello specifico è stata quella di attivare e condurre gruppi omogenei per patologia diabetica allo scopo di sostenerli psicologicamente con la tecnica dello Psicodramma Analitico. Gli incontri si sono svolti in uno spazio ben definito con criteri di adesione che già presupponevano da parte dei componenti una partecipazione nell’associazione. Si possono definire le associazioni e certi momenti di incontro promossi dalle associazioni come “gruppi di auto-aiuto informali”, nei quali ciascuno può trovare nell’altro che vive la sua stessa problematica di salute, qualcosa che gli appartiene: difficoltà, paure, rabbie, ecc. e confrontarsi sulle soluzioni trovate per gestire, nella quotidianità e nella cronicità, la malattia diabetica.

Eppure molte persone esprimono ritrosia di fronte a questa idea.

Questa fase di rifiuto, isolamento e ribellione di fronte a ciò che è connesso con la malattia è comprensibile: il confronto con altre persone con il diabete, infatti, implica il riconoscimento di una perdita che spesso si vorrebbe negare, ma che primo o poi bisogna affrontare ed elaborare. L’incontro con un altro diabetico e l’incontro con una parte di Sé. Il confronto con l’altro è parte essenziale del processo di accettazione della malattia. Accettazione  non raggiunta una volta per tutte, ma faticosamente costruita giorno per giorno.

Questa fase del percorso può essere svolta insieme ad altre persone?

In questa prima fase, quella dell’esordio, l’aiuto del “gruppo dei pari”, come può essere un’Associazione, può essere importante ma non è sufficiente se è l’unica possibilità di sostegno.  Dovrebbero essere previste fasi di accompagnamento e di sostegno, avvalendosi di chi ha competenza specifica nella gestione e nell’analisi delle difficoltà emozionali correlate alla salute fisica. La sensibilità delle associazioni, però, ha posto il problema, facendosi così portavoce di un bisogno di natura psicologica che può aiutare la persona con diabete a convivere con una malattia molto faticosa per tutti da accettare. vai all’articolo

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